“L’Ultima Cena”, miracoloso quel che è accaduto all’opera: molti non se lo spiegano

C’è un aspetto poco noto al pubblico degli appassionati di Leonardo. Riguarda l’Ultima Cena, uno dei dipinti più noti e celebrati al mondo.

Quando nel 1498 Leonardo da Vinci terminò il suo Cenacolo, noto come l’Ultima Cena, l’opera doveva apparire meravigliosa, come testimonia la fama che la circondò immediatamente e le prime copie che furono prodotte. Il lavoro fu commissionato a Leonardo da Ludovico il Moro, duca di Milano per la sala del refettorio del convento adiacente alla chiesa di Santa Maria delle Grazie.

ultima cena
“L’Ultima Cena”, miracoloso quel che è accaduto all’opera: molti non se lo spiegano – leccomilano.it

L’opera non fu realizzata ad affresco, ma con una tecnica a tempera su due strati di intonaco. Una modalità non usuale, ma che Leonardo scelse per la resa e gli effetti di luce che consentiva. Purtroppo questa tecnica aveva anche delle conseguenze negative: il lavoro infatti subì immediatamente un rapido processo di degrado, dovuto agli sbalzi di temperatura e di umidità.

L’Ultima Cena, l’evento incredibile che l’ha preservata

Nel corso del tempo l’opera subì una serie di tentativi di restauro per rimediare ai danni causati dalle condizioni ambientali della sala dove era collocata. I risultati non sempre furono buoni e secondo molti studiosi crearono ulteriori problemi, modificando addirittura alcuni particolari leonardeschi.

Ma l’umidità e la temperatura non furono le sole cause del degrado del dipinto. All’inizio del XIX le truppe napoleoniche trasformarono il refettorio del convento in una stalla e i successivi ritocchi non migliorarono le condizioni dell’opera. Ma i danni maggiori avvennero nel corso del XX secolo. Durante la Seconda Guerra mondiale, Milano fu gravemente bombardata e il complesso di Santa Maria delle Grazie non fu risparmiato.

Santa maria delle Grazie
L’Ultima Cena, l’evento incredibile che l’ha preservata – leccomilano.it

Il refettorio del convento fu quasi completamente distrutto dai bombardamenti dell’agosto del 1943. La volta dell’edificio crollò. Ma qui avvenne un evento incredibile, l’Ultima Cena era intatta nonostante i cumuli di macerie circostanti. A proteggere il capolavoro di Leonardo solo una breve porzione di tetto e dei sacchi di sabbia posti a sua difesa. Il Cenacolo era salvo anche se rimase esposto agli agenti atmosferici per vari giorni.

L’episodio fu incredibile, le bombe sostanzialmente risparmiarono il dipinto. Una fortuna che non ebbero altri capolavori della pittura rinascimentale, come il ciclo degli affreschi di Andrea Mantegna nella cappella Ovetari della chiesa degli Eremitani a Padova, quasi completamente distrutto dai bombardamenti nelle Seconda Guerra Mondiale.

L’ultimo restauro, durato 20 anni, ha recuperato delle parti leonardesche, in precedenza coperte e ha restituito un’opera il più possibile vicina a quella originaria. È quindi possibile ancora oggi ammirare questo capolavoro, protetto da una sofisticata tecnologia per prevenire nuovi processi di degrado.

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